Anno nuovo vecchi problemi

Eccoci qua, di nuovo insieme, per affrontare fianco a fianco, l'ennesima stagione calcistica.
Sembra che sia trascorso molto tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrati, in realtà solo un mese ci ha diviso, ma molte cose abbiamo da raccontarci. Ci siamo lasciati con l’ultimo numero di luglio, soddisfatti per il lavoro svolto e pieni di speranza per il futuro, anche per ciò che concerne la riunificazione dei tifo.
E quindi ora dovrei scrivere con tono di grande euforia e usando paroloni gonfi di chissà cosa: “Avanti ragazzi, la Roma è forte, il Cucs è forte ci attende un campionato ricco di vittorie!!”.
Invece no, e voglio essere sincero come al solito, ho visto come spettatore non troppo disinteressato alle vicende del nostro amato gruppo diversi aspetti, alcuni direi positivi, vedi i nuovi ragazzi sempre pronti e disponibili all’aiuto! Ma ho visto anche cose che non mi sono piaciute, ho rivisto (sigh!) problemi di vecchia data. Questo mio umile scritto vuole essere un breve riassunto di questi ultimi momenti, e nel contempo una precisa critica, anche dura se necessaria, ad un certo modo di fare.
Perché è molto facile essere severi censori con chi ti sta di fronte, lo è molto meno, per una serie interminabile di motivi, esserlo con chi ti è vicino, o credi che lo sia...
Forse a qualcuno questo articolo darà fastidio, qualcuno si offenderà, usciranno fuori nuovi nemici, ma non importa, preferisco essere chiaro adesso perché il campionato deve ancora iniziare e chissà, se ci si chiarisce ora, il dopo potrebbe essere più facile.
In pratica ho visto da una parte le solite persone che si sono fatte in quattro e dall’altra, non la massa che ovviamente si appoggia con fiducia a chi si prende certe responsabilità, ma il resto del gruppo, il quale invece di far sentire la propria presenza, si fa notare per la sua assenza.
E non sta bene, non può andare bene!!
In fondo questo è un problema, che esiste da molto tempo, poiché persone che portano avanti un gruppo e molti altri che si fanno grandi senza alcun merito, oppure che escono fuori solo in occasioni di cene, feste e riunioni, o quando servono biglietti per partite importanti.
Persone che a parole ti smuovono il mondo, ma che nella realtà non rendono, come impegno per il gruppo, per quello che potrebbero dare. Ma allora, che cosa vuoi dire essere romanista?
Cos'è per ognuno di noi, sentirsi un Ultrà? Una moda, un modo di essere, un atteggiarsi in giro per la curva con quella maglietta o col megafono, oppure esibire amicizie con giocatori o personaggi illustri della società?
Mi rifaccio a Roma-Norimberga perché è l’ultima partita che ho visto, partita per modo di dire e un pò cara (L. 22.000!!!) per quello che ha potuto offrire... ma potrei benissimo tornare indietro di anni, scavare nella storia dei Commando Ultrà Curva Sud per ritrovare le stesse mancanze, gli stessi problemi.
E’ mai possibile che quello che noi “vecchi” abbiamo vissuto debba essere un pallido ricordo, lontano nel tempo, distante anni luce da oggi?
Dov'è finito il gruppo di una volta, dov'è quel gruppo di amici che si ritrovava dietro al vecchio ed unico striscione, simbolo di vita, e non pensava ad altro?
Oggi entri in curva e ti rendi conto che ci sono ragazzi che si preoccupano solo di attaccare bene il loro striscione di quartiere... perché così la TV lo inquadra!!, non c'è più la voglia di essere uniti dietro una sola bandiera, ognuno porta la sua e innalza al cielo solo quella.
E che dire di altri ragazzi che vengono allo stadio carichi di entusiasmo e idee? O che vorrebbero organizzare tanti pullman per le trasferte?
Li vedi così e ne sei fiero, poi dentro la curva se ne stanno per conto proprio, come un corpo estraneo e non capisci perché!!
Senza dimenticare, altro piccolo problema, che non c'è solo la mattina per chiedere i biglietti, (e c'è diversa gente che deve ancora pagare biglietti dello scorso campionato...) ma esiste anche un momento, dove finita la partita ci si dovrebbe ritrovare tutti insieme per portare fuori dalla curva il materiale che, dentro in bella vista, fa grandi tutti. E poi ancora per riportarlo nel magazzino.
Eppure ho visto e continuo a vedere una veloce fuga, a casa o al bar per farsi vedere, ai tanti ragazzi che a malapena ti salutano tanto vanno di fretta.
Così sono sempre gli stessi idioti che fanno quello che dovrebbero fare anche gli altri, i quali facendo finta di non vedere, fanno del male anche a se stessi!!
Commando dei tempi belli, dove sei?
Umiltà e amicizia, che fine avete fatto?
Se non ci siete più la colpa è solo nostra, siamo noi che vi abbiamo sepolto sotto una montagna di ipocrisia e ricordi.
Per molto tempo si è fatto a gara per far finta che tutto fosse perfetto, illusi dal triste miraggio dei ricordi lontani, siamo tutti in egual misura colpevoli di questo stato di cose. Ma è stato proprio con lo scorso campionato che ho capito che i miei dubbi e il mio scetticismo avevano sotto qualcosa di concreto.
E’stato necessario vivere dei brutti problemi che preferisco non ricordare e che spero siano definitivamente finiti, per vedere rinascere in tutti quanti l’amore per il gruppo (!).
Improvvisamente il CUCS è ridiventato il mito, ognuno di noi aveva qualcosa di importante da dire, ognuno di noi aveva qualcosa di importante da proporre, mai il CUCS è stato seguito come lo scorso anno, ma fu vero amore? Siamo sicuri che non sia stato difeso il CUCS, ma solo (e questo vale per tutti), il nostro modo di fare?
Scelte a parte, inimicizie e rancori lentamente allontanati, bisogna fare qualcosa, chi è veramente innamorato del CUCS può ancora muoversi, si può agire. Va bene, ci sono due gruppi, ma se davvero riunire il tifo non è un miraggio, se esiste la buona volontà (e lo abbiamo visto col Norimberga) la strada non è in salita come sembra.
Stavolta il problema non sono due gruppi, di un marchio o di un giocatore, questa volta (ed questo a mio modesto parere il vero ed unico problema) sotto c'è qualcosa di più importante che deve far riflettere e meditare tutti quanti!
E’ cambiata la mentalità, è diverso lo spirito (e quando lo dicevo preoccupato, qualcuno mi dava del visionario e si voltava indicando una curva che invece mi lasciava perplesso), tutti lo amano stò gruppo, ma sono sempre gli stessi che lo curano come merita. Ed è proprio intorno ai soliti, fedelissimi innamorati del Commando Ultrà Curva Sud che deve rinascere l’umiltà e la compattezza del gruppo, siamo noi che non dobbiamo far crescere nell’odio per tizio o caio le nuove leve, sicuramente non si ritornerà ai tempi belli, ma che almeno ci faccia sentire come una volta, fieri di aver creato questo mito.

Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs

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